
Durante questa guerra, l’aviazione militare svizzera acquisì rapidamente importanza, senza tuttavia potersi imporre come arma decisiva ai fini bellici. Con l’andare del tempo, l’aviazione divenne la terza componente delle forze armate, accanto all’esercito e alla marina. Nel periodo che intercorse tra le due guerre, l’aviazione continuò ad essere considerata un’arma ausiliaria, amministrata da un caposezione dello Stato maggiore generale. Gli aerodromi militari permanenti furono dapprima Dübendorf, in seguito Thun e Losanna (dal 1919) nonché Payerne (dal 1921). Nel 1921 furono istituite le scuole reclute, sottufficiali e ufficiali d’aviazione. Nel 1930, si adottò la tattica di combattimento al suolo, nel 1934, fu istituito il servizio d’avvistamento aereo e di segnalazione e, nel 1938, la prima scuola reclute trasmissioni.
Nel 1936 si ebbe una svolta radicale. A seguito dell’evoluzione politica in Europa e del riarmo generale, anche in Svizzera si riconobbe infine l’importanza della condotta della guerra aerea e la truppa d’aviazione fu promossa al rango di Arma. Si creò il Servizio dell’aviazione militare e della difesa contraerea. Nel maggio del 1937 arrivarono i primi 90 K+W C-35, biplani da combattimento biposto a costruzione mista che diedero ottima prova di sé ma si dimostrarono obsoleti già al momento della consegna.
Già nel 1935 si iniziò la realizzazione di una difesa contraerea efficace.
A partire dal 3 agosto 1936 sulla piazza d'armi di Kloten venne svolta, come parte della Divisione d'artiglieria, la prima scuola reclute della difesa contraerea (DCA rossa), che comprendeva quattro ufficiali, nove sottufficiali e 49 reclute. Il primo comandante della scuola fu il colonnello Ernst von Schmid.
A partire dal 3 agosto 1936 sulla piazza d'armi di Kloten venne svolta, come parte della Divisione d'artiglieria, la prima scuola reclute della difesa contraerea (DCA rossa), che comprendeva quattro ufficiali, nove sottufficiali e 49 reclute. Il primo comandante della scuola fu il colonnello Ernst von Schmid.
In breve tempo l’effettivo degli equipaggi degli aeroplani fu raddoppiato. La prima ordinazione di velivoli da combattimento Messerschmitt Bf 109 fu fornita per tempo, prima dell’inizio del conflitto. Nel gennaio 1939 le truppe d'aviazione ricevettero dalla Germania 10 Messerschmitt Bf 109D-1 «David» per la riconversione e nel giugno dello stesso anno furono consegnati 30 caccia Messerschmitt Bf 109E-3 «Emil».


Cambiando l’ordine degli avversari, il risultato non cambiò. Per esempio, il 12 luglio ‘43 la contraerea svizzera buttò giù due Lancaster inglesi che avevano bombardato per errore il Vallese. In totale, in cinque anni di «neutralità» gli svizzeri abbatterono o costrinsero all’atterraggio 25 aerei «nemici», equamente ripartiti: 12 tedeschi e 13 alleati.
Naturalmente, quando gli alleati inaugurarono la strategia, costosa, inutile e moralmente discutibile, dei bombardamenti strategici sulla Germania, la «piccola grande repubblica» ci andò di mezzo. Bilancio: 7.379 allarmi, con 84 morti, 260 feriti e 65 milioni di franchi di danni.


Per Guisan come per i suoi successori fino a oggi, l’idea-base è sempre stata quella: un eventuale invasore deve sapere che l’occupazione della Svizzera gli costerà tanti sforzi, perdite e tempo da non rendere conveniente tentarla. È esattamente quel che concluse Hitler, che pure aveva meditato un blitz.
l suo interprete, Paul Schmid, testimonierà che, incontrando Mussolini al Brennero il 2 giugno ‘41, il Führer inveì contro gli svizzeri, «il popolo più ripugnante nella forma di Stato più squallida». Bissò lo sproloquio l’anno seguente («uno Stato come la Svizzera, purulenza sul corpo europeo, semplicemente non deve esistere»), mentre per Goebbels la Svizzera era «venduta o ebraica».
Ma la Confederazione era pronta: esercito mobilitato, pieni poteri al governo, depositi colmi, misure economiche decise. E preparazione anche morale. Il 25 luglio ‘40, dopo il crollo della Francia, Guisan riunì e arringò 500 ufficiali sul prato del Grütli, dove la leggenda vuole che, dal giuramento dei delegati di Uri, Schwyz e Unterwald, sia nata la Nazione. Altro che Heidi e la cioccolata.
Così oggi la Svizzera ha piazze e strade intitolate a Guisan. Forse è l’unico generale della storia che abbia avuto una statua non per aver vinto una guerra, ma per essere riuscito a non farla.
Fonti:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=10305
http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/schede/bellicach.htm
http://www.myswitzerland.com/it/Bombardamento-della-citta-di-Sciaffusa.html
http://www.lastoriadialex.com
http://www.lw.admin.ch/internet/luftwaffe/it/home/themen/history/krieg.html
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