lunedì 27 giugno 2011

Grande stampa e cattiva informazione (2)

Il mio post precedente ha sollevato un bel polverone! Ovviamente in senso positivo. Decine le mail ricevute e parecchi i commenti lasciati direttamente sul blog. Sono felice di aver così socchiuso uno dei cassetti dell'armadio della Storia, lasciando intravedere alcune verità poco conosciute. Tra le molte risposte anche quelle di chi ha fornito nuove informazioni correggendo anche alcune inesattezze del mio post.
Ritengo quindi doveroso metterle a conoscenza dei lettori nell'ordine con cui mi sono pervenute.


L'amico Annibale è stato il primo ad intervenire: "Salve, confermo che la foto riportata nell'articolo è stata scattata in occasione del salvataggio delle opere d'arte portate a Roma da Montecassino e poi ricoverate in Vaticano. Alcuni dei camion sembra non siano mai arrivati a Roma ma inviati verso l'Umbria dove almeno uno sarebbe sparito. Correggo però l'informazione da te data: la foto è stata scattata non in Vaticano ma sotto palazzo Venezia perchè è lì insulsamente che i Tedeschi schierarono i camion con tutte le opere d'arte per mostrarle a giornalisti, cineoperatori e fotografi. In una dichiarazione a me riportata da uno dei protagonisti del salvataggio di altre opere d'arte nel basso Lazio (ma non a Montecassino) l'esposizione in campo aperto, com'era piazza Venezia, nell'inverno del '44, fu molto criticata perchè sarebbe bastato un solo aereo per colpire ed incendiare i camion schierati un accanto all'altro in pieno giorno. Ciò non toglie che i Tedeschi rubarono altrove altre opere d'arte ma non in questa occasione.   Buona giornata."


Dean mi ha fornito invece alcune informazioni di prima mano proprio là dove Annibale si era fermato:
"Ciao, mi chiamo Dean, ho letto l'articolo e posso confermarti che hai ragione sulla cattiva informazione.....io abito a Spoleto la citta' dove i tedeschi hanno portato una parte del tesoro di Montecassino ( 20 camion , come confermato proprio quest'anno dall'Abate dell'abazia in una mia visita al monastero benedettino ) e guarda caso io abito proprio nella villa dove c'era il comando Paracadutisti Hermann Goering ( Villa Marignoli). I camion erano parcheggiati nel vialone di lecci e una parte del tesoro era stata scaricata nella villa  (da racconti dei vecchi di allora la villa ne era piena zeppa) e tutto cio' che ti racconto lo si puo' trovare anche nei libri che vendono all'abbazia. Ti saluto e in allegato ti mando la foto di casa." 

Lorenzo ha completato tutte queste informazioni: "Tutto vero quanto da lei affermato nel blog, le foto non sono quelle giuste. Tuttavia le segnalo questo articolo :
 http://digilander.libero.it/historiatris/piccolo.htm nella parte dove dice :
le 600 casse consegnate il 5 gennaio 1944 facevano parte dell'ultimo convoglio partito da Montecassino il 3 novembre 1943 (i primi erano partiti rispettivamente il 17 e il 19 ottobre precedenti e consegnati allo Stato italiano l'8 dicembre 1943) con le opere della Galleria Nazionale e del Museo archeologico di Napoli; settantamila documenti dell'Abbazia, le reliquie di San Benedetto e di Santa Scolastica, ossia quanto restava delle loro ossa.
Sennonché le casse con i tesori napoletani non si fermarono a Roma, ma proseguirono verso nord e il Capitano della "Hermann Goering" Maximilian Becker (che con Schlegel aveva organizzato il trasferimento dei tesori da Montecassino) ebbe conferma dei propri sospetti circa un "interessamento" privato di alcuni vertici del nazismo riferiti al tesoro stesso. Becker seppe quindi che i camion avevano proseguito verso Spoleto e si precipitò nella città umbra, dove si rese conto di aver avuto ragione ad allarmarsi quando vide le casse aperte e intorno ad esse aggirarsi un incaricato del Reichsmarschall Goering, venuto dalla Germania per prelevare alcuni oggetti da inviare al capo della Luftwaffe.
E poi: Le casse di Spoleto, dopo ulteriori sollecitazioni anche da parte di monsignor Montini, allora sostituto segretario di Stato, vennero consegnate il 5 gennaio 1944 (ed è la consegna di cui si parla nell'articolo de "IL PICCOLO" mostrato in questa pagina). Mancavano due autocarri di quanti erano partiti dall' Umbria. Fu detto che erano fermi per guasti e che sarebbero arrivati il giorno successivo. Non arrivarono mai. Con gli autocarri non arrivarono 15 casse che avevano proseguito il viaggio fino a Berlino."

A parte quest'ultima informazione mi viene da chiedermi: e se i tedeschi avessero lasciato tutto dove stava ( magari meno i due camion dirottati a Berlino ) cosa sarebbe successo ai nostri tesori artistici una volta arrivati inglesi, americani, marocchini, ecc.?

mercoledì 22 giugno 2011

Grande stampa e cattiva informazione



A pagina 39 del Corriere di oggi sono incappato in un interessante articolo sui tesori artistici razziati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Nelle foto che lo accompagnavano però, c'era qualcosa che non mi convinceva. La foto dei soldati tedeschi che esibiscono un grande quadro come loro trofeo, davanti ad una garitta, con la didascalia sotto la foto di Maria Altmann "...a sinistra: soldati tedeschi con un quadro trafugato a Roma", non mi convinceva. Lo credo bene! Quella foto è stata sì scattata a Roma, come altre nell'occasione, ma si riferisce alla consegna dei tesori artistici dell'Abbazia di Montecassino al Vaticano dopo che erano stati messi in salvo dagli uomini della "Panzer-Division Hermann Goering" prima del bombardamento alleato. Quando gli alleati avanzarono verso Nord, avvicinandosi all'abbazia di Monte Cassino, un'unità operativa della divisione, al comando dell'Oberstleutnant Julius Schlegel, offrì ai monaci il proprio aiuto per portare in salvo i tesori artistici che l'abbazia conservava da secoli. I monaci accettarono e così tesori di inestimabile valore artistico furono trasportati a Roma con i mezzi motorizzati della divisione e consegnati al Vaticano. Nella foto che ho aggiunto si vede chiaramente il camion tedesco, davanti al Vaticano, che sta scaricando i preziosi dipinti.
Ecco un altro esempio di disinformazione da parte della Grande Stampa i cui giornalisti, non so se per pigrizia o ignoranza, preferiscono seguire i luoghi comuni piuttosto che accertarsi della realtà dei fatti. E si che queste foto fanno parte del Bundesarchiv tedesco e riportano le didascalie giuste!